Requisiti rientro dei cervelli: scopri se puoi accedere alle agevolazioni.

 

Ti faremo solo alcune domande per capire se puoi accedere alle agevolazioni fiscali per lavoratori impatriati.

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Requisiti per lavoratori impatriati 2024 [attualmente in vigore]

Con l’introduzione della nuova normativa per il rientro dei cervelli sono stati modificati i requisiti necessari per poter accedere alle agevolazioni per impatriati, qui di seguito riporteremo i principali requisiti necessari secondo la nuova normativa.
In caso tu fossi rientrato spostando la residenza anagrafica prima del 31/12/2023, i requisiti a cui devi fare riferimento sono quelli della vecchia normativa.

Periodo di tempo minimo all’estero necessario per poter accedere alle agevolazioni:

  • Cambiando datore di lavoro. Periodo minimo necessario: 3 anni.
  • Lavorando nello stesso gruppo per cui si lavorava all’estero, ma senza aver mai lavorato per lo stesso gruppo in Italia in precedenza: 6 anni.
  • Lavorando nello stesso gruppo per cui si lavorava all’estero, avendo lavorato per lo stesso gruppo in Italia in precedenza: 7 anni.

Come si vede da questo piccolo schema il governo con la modifica alla normativa ha voluto stringere sugli spostamenti intra-gruppo, andando ad aumentare il numero di anni necessari e riducendo quindi la platea degli aventi diritto al bonus per il rientro dei cervelli.

Necessità di avere una alta Qualificazione:

E’ stato introdotto il vincolo per i rientranti di essere in possesso di un requisito di alta specializzazione o qualificazione, in ambito giuridico questo significa avere almeno una laurea Triennale.

Dove viene prestata l’attività lavorativa:

L’attività lavorativa, per poter accedere alle agevolazioni impatriati, deve essere svolta principalmente in Italia.

Impegno di lungo periodo:

Viene richiesto al lavoratore, pena la restituzione delle agevolazioni ricevute fino a quel momento, la permanenza in Italia per almeno 5 anni consecutivi.

 

Hai ancora dei dubbi? Verifica i tuoi requisiti con un commercialista specializzato per Impatriati!

 

Requisiti per lavoratori impatriati [normativa valida fino al 31/12/2023]

Secondo la normativa valida fino al 31/12/2023, i lavoratori impatriati aventi diritto all’agevolazione sono divisi in due macro categorie, che devono rispettivamente tenere conto di due distinte liste di requisiti.

Per i cittadini Italiani trasferitisi all’estero, che vogliono tornare fiscalmente in Italia e accedere alle agevolazioni per impatriati, come dipendenti, liberi professionisti o imprenditori individuali è necessario rispettare i seguenti requisiti:

  • essere stati residenti fuori dall’Italia per almeno due anni consecutivi antecedenti al rimpatrio
  • impegnarsi a trasferire la propria residenza fiscale e/o attività in Italia, per almeno due anni dopo il rimpatrio.
  • assicurare che l’attività lavorativa per la quale avviene il trasferimento, verrà svolta prevalentemente su suolo Italiano.

ATTENZIONE!

Il lavoratore impatriato beneficiario delle agevolazioni, non potrà trasferire la propria residenza fiscale a favore di un lavoro part-time, svolgendo in concomitanza un secondo lavoro fuori dall’ Italia.
Questa procedura comporterebbe la perdita dei benefici ottenuti e una multa da regolare con l’agenzia delle entrate.

Per i cittadini dell’Unione Europea o stati non-EU con convenzioni o accordi fiscali con l’Italia, sono necessari i requisiti che riportiamo qui sotto:

  • aver risieduto in un paese estero, avendo svolto un’attività lavorativa come dipendente, libero professionista o imprenditore d’impresa personale, per almeno 24 mesi consecutivi, antecedenti all’impatrio.
  • oppure aver risieduto per almeno 24 mesi consecutivi, antecedenti all’impatrio, al fine di conseguire un titolo di studi Triennale o Magistrale.

In ogni caso, il cittadino Extra-Europeo che desideri trasferirsi in Italia per avvalersi del suo diritto di ottenere un’esenzione parziale delle imposte sul reddito, deve essere in possesso di un diploma di Laurea.

 

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Differenze requisiti per P.IVA o autonomi nella normativa Impatriati

In termini di requisiti non c’è una particolare differenza tra quelli richiesti ad un dipendente e quelli richiesti ad un lavoratore autonomo, ovviamente subentrano poi le differenze di gestione di una partita IVA rispetto ad un classico dipendente.

È importante invece sottolineare che per quanto riguarda i lavoratori autonomi l’Agenzia delle Entrate, attraverso la Circolare 33/E del 2020, ha specificato che le agevolazioni si applicano esclusivamente ai redditi d’impresa generati personalmente dal soggetto che rientra nel paese.

Questo significa che non rientrano nell’ambito delle agevolazioni i redditi provenienti da società di persone commerciali e distribuiti in modo trasparente tra i soci, proporzionalmente alla loro quota di partecipazione.

Per tutto quanto riguarda invece i requisiti per dimostrare la propria residenza fiscale, la durata delle agevolazioni e gli importi, guida la medesima normativa e quindi le condizioni.

Per un approfondimento sul tema del rientro dei cervelli per lavoratori autonomi, è possibile visitare la sezione dedicata.

Perchè spesso non si riesce a rispettare i requisiti? SPOILER: L’iscrizione all’AIRE è uno dei motivi principali

Secondo un’indagine svolta sui dati in nostro possesso, più del 25% delle persone che vorrebbero accedere alle agevolazioni ed hanno passato più di 2 anni all’estero, non possiedono i requisiti per accedere alle agevolazioni perchè non si sono iscritte all’AIRE per tempo.

Infatti non sempre è facile stabilire e soprattutto dimostrare all’agenzia delle entrate, tramite il principio della residenza fiscale, di aver risieduto stabilmente in un paese estero per tutto il tempo richiesto per accedere alle agevolazioni.

Se ti trovi in una casistica di questo tipo è sempre meglio prenotare una consulenza per impatriati, effettuata con un commercialista esperto in materia. Questo perchè è importante verificare di avere effettivamente i requisiti ed essere in grado di dimostrarlo tramite contratti / bollette / documenti che attestino l’effettiva permanenza all’estero per tutto il tempo richiesto dalla normativa.

Sulla questione, la normativa richiede che l’impatriato che desidera spostare la propria residenza fiscale in Italia dimostri la sua attuale residenza fiscale all’estero conformemente alle disposizioni stabilite nelle Convenzioni contro le doppie imposizioni.

Ricordiamo per correttezza che in caso si faccia richiesta del bonus tramite il datore di lavoro, ed una successiva verifica dell’agenzia delle entrate scopra che non si possedevano i requisiti, verrà inviata una cartella esattoriale con una richiesta di rimborso di quanto non pagato nel frattempo, che in caso di una detassazione come quella legata al rientro dei cervelli può avere anche un importo molto considerevole.

 

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